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Nell'anno primo del regno di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola che il Signore aveva detto per bocca di Geremia, il Signore destò lo spirito di Ciro re di Persia, il quale fece passare quest'ordine in tutto il suo regno, anche con lettera
«Così dice Ciro re di Persia: Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra; egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio in Gerusalemme, che è in Giudea
Chi di voi proviene dal popolo di lui? Il suo Dio sia con lui; torni a Gerusalemme, che è in Giudea, e ricostruisca il tempio del Signore Dio d'Israele: egli è il Dio che dimora a Gerusalemme
Ogni superstite in qualsiasi luogo sia immigrato, riceverà dalla gente di quel luogo argento e oro, beni e bestiame con offerte generose per il tempio di Dio che è in Gerusalemme»
Allora si misero in cammino i capifamiglia di Giuda e di Beniamino e i sacerdoti e i leviti, quanti Dio aveva animato a tornare per ricostruire il tempio del Signore in Gerusalemme
Tutti i loro vicini li aiutarono validamente con oggetti d'argento e d'oro, con beni e bestiame e con oggetti preziosi, e inoltre quello che ciascuno offrì volontariamente
Anche il re Ciro fece trarre fuori gli arredi del tempio, che Nabucodònosor aveva asportato da Gerusalemme e aveva deposto nel tempio del suo dio
Ciro, re di Persia, li fece trarre fuori per mano di Mitridate il tesoriere, che li consegnò a Sesbassar, principe di Giuda
Questo è il loro computo: bacili d'argento: mille; coltelli: ventinove
coppe d'oro: trenta, coppe d'argento di second'ordine: quattrocentodieci; altri arredi: mille
Tutti gli oggetti d'oro e d'argento erano cinquemilaquattrocento. degli esuli
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Questi sono gli abitanti della provincia che ritornarono dall'esilio, i deportati che Nabucodònosor re di Babilonia aveva condotti in esilio a Babilonia. Essi tornarono a Gerusalemme e in Giudea, ognuno alla sua città
vennero con Zorobabèle, Giosuè, Neemia, Seraia, Reelaia, Mardocheo, Bilsan, Mispar, Bigvai, Recun, Baana
Figli di Paros: duemilacentosettantadue
Figli di Sefatia: trecentosettantadue
Figli di Arach: settecentosettantacinque
Figli di Pacat-Moab, cioè i figli di Giosuè e di Ioab: duemilaottocentodieci
Figli di Elam: milleduecentocinquantaquattro
Figli di Zattu: novecentoquarantacinque
Figli di Zaccai: settecentosessanta
Figli di Bani: seicentoquarantadue
Figli di Bebai: seicentoventitrè
Figli di Azgad: milleduecentoventidue
Figli di Adonikam: seicentosettantasei
Figli di Bigvai: duemilacinquantasei
Figli di Adin: quattrocentocinquantaquattro
Figli di Ater, cioè di Ezechia: novantotto
Figli di Bezài: trecentoventitrè
Figli di Iora: centododici
Figli di Casum: duecentoventitrè
Figli di Ghibbar: novantacinque
Figli di Betlemme: centoventitrè
Uomini di Netofa: cinquantasei
Uomini di Anatòt: centoventotto
Figli di Azmàvet: quarantadue
Figli di Kiriat-Iearìm, di Chefira e di Beeròt: settecentoquarantatrè
Figli di Rama e di Gheba: seicentoventuno
Uomini di Micmas: centoventidue
Uomini di Betel e di Ai: duecentoventitrè
Figli di Nebo: cinquantadue
Figli di Magbis: centocinquantasei
Figli di un altro Elam: milleduecentocinquantaquattro
Figli di Carim: trecentoventi
Figli di Lod, Cadid e Ono: settecentoventicinque
Figli di Gerico: trecentoquarantacinque
Figli di Senaa: tremilaseicentotrenta
I sacerdoti
Figli di Immer: millecinquantadue
Figli di Pascur: milleduecentoquarantasette
Figli di Carìm: millediciassette
I leviti
I cantori
I portieri: Catita, figli di Sobài: in tutto centotrentanove
Gli oblati: figli di Tabbaot
figli di Keros, figli di Siaà, figli di Padon
figli di Lebana, figli di Cagabà, figli di Akkub
figli di Cagàb, figli di Samlai, figli di Canan
figli di Ghiddel, figli di Gacar, figli di Reaia
figli di Rezin, figli di Nekoda, figli di Gazzam
figli di Uzza, figli di Paseach, figli di Besai
figli di Asna, figli di Meunim, figli dei Nefisim
figli di Bakbuk, figli di Cakufa, figli di Carcur
figli di Bazlut, figli di Mechida, figli di Carsa
figli di Barkos, figli di Sisara, figli di Temach
figli di Nesiach, figli di Catifa
Figli dei servi di Salomone: Figli di Sotai, figli di Assofèret, figli di Peruda
figli di Iaalà, figli di Darkon, figli di Ghiddel
figli di Sefatia, figli di Cattil
Totale degli oblati e dei figli dei servi di Salomone: trecentonovantadue
I seguenti rimpatriati da Tel-Melach, Tel-Carsa, Cherub-Addàn, Immer, non potevano dimostrare se il loro casato e la loro discendenza fossero d'Israele
figli di Delaia, figli di Tobia, figli di Nekodà: seicentoquarantadue
Tra i sacerdoti i seguenti: moglie una delle figlie di Barzillài il Galaadita e aveva assunto il suo nome
cercarono il loro registro genealogico, ma non lo trovarono; allora furono esclusi dal sacerdozio
Il governatore ordinò loro che non mangiassero le cose santissime, finché non si presentasse un sacerdote con Urim e Tummim
Tutta la comunità così radunata era di quarantaduemilatrecentosessanta persone
inoltre vi erano i loro schiavi e le loro schiave: questi erano settemilatrecentotrentasette; poi vi erano i cantori e le cantanti: duecento
I loro cavalli: settecentotrentasei. I loro muli: duecentoquarantacinque
I loro cammelli: quattrocentotrentacinque. I loro asini: seimilasettecentoventi
Alcuni capifamiglia al loro arrivo al tempio che è in Gerusalemme, fecero offerte volontarie per il tempio, perché fosse ripristinato nel suo stato
Secondo le loro forze diedero al tesoro della fabbrica: oro: dramme sessantunmila; argento: mine cinquemila; tuniche da sacerdoti: cento
Poi i sacerdoti, i leviti, alcuni del popolo, i cantori, i portieri e gli oblati si stabilirono nelle rispettive città e tutti gli Israeliti nelle loro città
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Giunse il settimo mese e gli Israeliti si erano ormai insediati nelle loro città. Il popolo si radunò come un solo uomo a Gerusalemme
Allora Giosuè figlio di Iozadàk con i fratelli, i sacerdoti, e Zorobabele figlio di Sealtiel con i suoi fratelli, si misero al lavoro per ricostruire l'altare del Dio d'Israele, per offrirvi olocausti, come è scritto nella legge di Mosè uomo di Dio
Ristabilirono l'altare al suo posto, pur angustiati dal timore delle popolazioni locali, e vi offrirono sopra olocausti al Signore, gli olocausti del mattino e della sera
Celebrarono la festa delle capanne secondo il rituale e offrirono olocausti quotidiani nel numero stabilito dal regolamento per ogni giorno
In seguito continuarono ad offrire l'olocausto perenne e i sacrifici dei giorni di novilunio e di tutte le solennità consacrate al Signore, più tutte le offerte volontarie al Signore
Cominciarono a offrire olocausti al Signore dal primo giorno del mese settimo, benché del suo tempio non fossero ancora poste le fondamenta
Allora diedero denaro ai tagliapietre e ai falegnami; e alimenti, bevande e olio alla gente di Sidòne e di Tiro, perché trasportassero il legname di cedro dal Libano per mare fino a Giaffa: ciò secondo la concessione loro fatta da Ciro re di Persia
Nel secondo anno dal loro arrivo al tempio di Dio in Gerusalemme, nel secondo mese, diedero inizio ai lavori Zorobabele figlio di Sealtiel, e Giosuè figlio di Iozadàk, con gli altri fratelli sacerdoti e leviti e quanti erano tornati dall'esilio a Gerusalemme. Essi incaricarono i leviti dai vent'anni in su di dirigere i lavori del tempio
Giosuè, i suoi figli e i suoi fratelli, Kadmiel, Binnui e Odavia si misero come un solo uomo a dirigere i lavoratori dell'impresa riguardante il tempio. Così pure i figli di Chenadàd con i loro figli e fratelli, leviti
Quando i costruttori ebbero gettato le fondamenta del tempio, invitarono a presenziare i sacerdoti con i loro paramenti e le trombe e i leviti, figli di Asaf, con i cembali per lodare il Signore con i canti di Davide re d'Israele
Essi cantavano a cori alterni lodi e ringraziamenti al Signore perché è buono, perché la sua grazia dura sempre verso Israele. Tutto il popolo faceva risuonare il grido della grande acclamazione, lodando così il Signore perché erano state gettate le fondamenta del tempio
Tuttavia molti tra i sacerdoti e i leviti e i capifamiglia anziani, che avevano visto il tempio di prima, mentre si gettavano le nuove fondamenta di questo tempio sotto i loro occhi piangevano ad alta voce, ma i più continuavano ad alzare la voce con il grido dell'acclamazione e della gioia
Così non si poteva distinguere il grido dell'acclamazione di gioia dal grido del pianto del popolo, perché il popolo faceva echeggiare la grande acclamazione e la voce si sentiva lontano
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Quando i nemici di Giuda e di Beniamino vennero a sapere che gli esuli rimpatriati stavano ricostruendo il tempio del Signore Dio d'Israele
si presentarono a Zorobabele e ai capifamiglia e dissero: «Vogliamo costruire anche noi insieme con voi, perché anche noi, come voi, cerchiamo il vostro Dio; a lui noi facciamo sacrifici dal tempo di Assaràddon re di Assiria, che ci ha fatti immigrare in questo paese»
Ma Zorobabele, Giosuè e gli altri capifamiglia d'Israele dissero loro: «Non conviene che costruiamo insieme la casa del nostro Dio; ma noi soltanto la ricostruiremo al Signore Dio d'Israele, come Ciro re di Persia ci ha ordinato»
Allora la popolazione indigena si mise a scoraggiare il popolo dei Giudei e a molestarlo per impedirgli di costruire
Inoltre sobillarono contro di loro alcuni funzionari per mandar fallito il loro piano; ciò per tutto il tempo di Ciro re di Persia fino al regno di Dario re di Persia
Durante il regno di Serse, al principio del suo regno, essi presentarono una denunzia contro gli abitanti di Giuda a Gerusalemme
Poi al tempo di Artaserse re di Persia, Bislam, Mitridate, Tabeèl e gli altri loro colleghi scrissero ad Artaserse re di Persia: il testo del documento era in caratteri aramaici e redatto in aramaico
Recum governatore e Simsai scriba scrissero questa lettera contro Gerusalemme al re Artaserse
«Recum governatore e Simsai scriba e gli altri loro colleghi giudici, legati, sovrintendenti e funzionari, uomini di Uruk, di Babilonia e di Susa, cioè di Elam
e degli altri popoli che il grande e illustre Asnappàr deportò e stabilì nella città di Samaria e nel resto della regione d'Oltrefiume.
Questa è la copia della lettera che gli mandarono. - Al re Artaserse i tuoi servi, uomini della regione d'Oltrefiume
Sia reso noto al re che i Giudei, partiti da te e venuti presso di noi, a Gerusalemme, stanno ricostruendo la città ribelle e malvagia, ne rialzano le mura e ne restaurano le fondamenta
Ora sia noto al re che, se questa città sarà ricostruita e saranno rialzate le sue mura, tributi, imposte e diritti di passaggio non saranno più pagati e i diritti dei re saranno lesi
Ora, poiché noi mangiamo il sale della reggia e non possiamo tollerare l'insulto al re, perciò mandiamo a lui queste informazioni
perché si facciano ricerche nel libro delle memorie dei tuoi padri: tu troverai in questo libro di memorie e constaterai che questa città è ribelle, causa di guai per i re e le province, e le ribellioni vi sono avvenute dai tempi antichi. Per tali ragioni questa città è stata distrutta
Noi informiamo il re che, se questa città sarà ricostruita e saranno rialzate le sue mura, ben presto nella regione d'Oltrefiume non avrai più alcun possesso»
Il re inviò questa risposta: «A Recum governatore e Simsai scriba e agli altri loro colleghi, che risiedono in Samaria e altrove nella regione d'Oltrefiume, salute! Ora
il documento che mi avete mandato è stato letto davanti a me accuratamente
Dietro mio ordine si sono fatte ricerche, e si è trovato che questa città fin dai tempi antichi si è sollevata contro i re e in essa sono avvenute rivolte e sedizioni
A Gerusalemme vi sono stati re potenti che comandavano su tutto il territorio d'Oltrefiume; a loro si pagavano tributi, imposte e diritti di passaggio
Date perciò ordine che quegli uomini interrompano i lavori e che quella città non sia ricostruita, fino a nuovo mio ordine
Badate di non essere negligenti in questo, perché non ne venga maggior danno al re»
Appena il testo del documento del re Artaserse fu letto davanti a Recum e a Simsai scriba e ai loro colleghi, questi andarono in gran fretta a Gerusalemme dai Giudei e fecero loro interrompere i lavori con la forza delle armi
Così fu sospeso il lavoro per il tempio in Gerusalemme e rimase sospeso fino all'anno secondo del regno di Dario re di Persia
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Ma i profeti Aggeo e Zaccaria figlio di Iddo si rivolsero ai Giudei che erano in Giuda e a Gerusalemme, profetando in nome del Dio d'Israele, che li ispirava
Allora Zorobabele figlio di Sealtiel, e Giosuè figlio di Iozadàk subito ripresero a costruire il tempio di Gerusalemme; con essi erano i profeti di Dio, che li incoraggiavano
In quel tempo Tattènai, governatore della regione d'Oltrefiume, Setar-Boznai e i loro colleghi vennero da loro e dissero: «Chi vi ha dato ordine di ricostruire questa casa e di rialzare questa cinta di mura
Chi sono e come si chiamano gli uomini che costruiscono questo edificio?»
Ma l'occhio vigile del loro Dio era sugli anziani dei Giudei: quelli non li costrinsero a desistere dai lavori in attesa che fosse portata a Dario una interpellanza e ne venisse in risposta un decreto su questo affare
Copia della lettera che Tattènai, governatore dell'Oltrefiume, Setar-Boznai e i loro colleghi, funzionari dell'Oltrefiume, mandarono al re Dario
Gli mandarono un rapporto in cui era scritto: «Al re Dario salute perfetta
Sia noto al re che siamo andati nella provincia della Giudea, al tempio del grande Dio: esso viene ricostruito con blocchi di pietra; si mette legname nelle pareti; questo lavoro viene fatto con diligenza e progredisce nelle loro mani
Allora abbiamo interrogato quegli anziani e abbiamo loro detto: Chi ha dato ordine di ricostruire questo tempio e di rialzare questa cinta di mura
Inoltre abbiamo domandato i loro nomi, per farteli conoscere; così abbiamo scritto il nome degli uomini che stanno loro a capo
Essi hanno risposto: Noi siamo servitori del Dio del cielo e della terra e ricostruiamo il tempio che fu costruito una volta, or sono molti anni. Un grande re d'Israele lo ha costruito e lo ha portato a termine
Ma poiché i nostri padri hanno provocato all'ira il Dio del cielo, egli li ha messi nelle mani di Nabucodònosor re di Babilonia, il Caldeo, che distrusse questo tempio e deportò a Babilonia il popolo
Ma nel primo anno di Ciro re di Babilonia, il re Ciro ha dato ordine di ricostruire questo tempio
inoltre gli arredi del tempio, d'oro e d'argento, che Nabucodònosor aveva portato via dal tempio di Gerusalemme e trasferito al tempio di Babilonia, il re Ciro li ha fatti togliere dal tempio di Babilonia e li ha fatti consegnare a un tale di nome Sesbassar, che egli aveva costituito governatore
Ciro gli disse: Prendi questi arredi, portali nel tempio di Gerusalemme e fà in modo che il tempio sia ricostruito al suo posto
Allora questo Sesbassar venne, gettò le fondamenta del tempio in Gerusalemme e da allora fino ad oggi esso è in costruzione, ma non è ancora finito
Ora, se piace al re, si cerchi negli archivi del re in Babilonia se vi è un decreto emanato dal re Ciro per ricostruire questo tempio in Gerusalemme: e ci si mandi la decisione del re»
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Allora il re Dario ordinò che si facessero ricerche nell'archivio, là dove si conservano i tesori a Babilonia
e a Ecbàtana, la fortezza che è nella provincia di Media, si trovò un rotolo in cui era scritto
Nell'anno primo del re Ciro, il re Ciro prese questa decisione riguardo al tempio in Gerusalemme: la casa sia ricostruita come luogo in cui si facciano sacrifici; le sue fondamenta siano salde, la sua altezza sia di sessanta cubiti, la sua larghezza di sessanta cubiti
Vi siano nei muri tre spessori di blocchi di pietra e uno di legno. La spesa sia pagata dalla reggia
Inoltre gli arredi del tempio fatti d'oro e d'argento, che Nabucodònosor ha portato via dal tempio di Gerusalemme e trasferito a Babilonia, siano restituiti e rimessi al loro posto nel tempio di Gerusalemme e ricollocati nella casa di Dio»
«Quindi voi Tattènai, governatore d'Oltrefiume e Setar-Boznai, con i vostri colleghi funzionari residenti nell'Oltrefiume, tenetevi in disparte
Lasciate che lavorino a quella casa di Dio il governatore dei Giudei e i loro anziani. Essi ricostruiscano questo tempio al suo posto
Ecco i miei ordini sull'atteggiamento che dovete tenere con questi anziani dei Giudei per la ricostruzione del tempio: dalle entrate del re, cioè dalla imposta dell'Oltrefiume, saranno rimborsate puntualmente le spese a quegli uomini, senza interruzione
Ciò che loro occorre, giovenchi, arieti e agnelli, per gli olocausti al Dio del cielo, come anche grano, sale, vino e olio, siano loro forniti ogni giorno senza esitazione, secondo le indicazioni dei sacerdoti di Gerusalemme
perché si facciano offerte di odore soave al Dio del cielo e si preghi per la vita del re e dei suoi figli
Ordino ancora: se qualcuno trasgredisce questo decreto, si tolga una trave dalla sua casa, la si rizzi ed egli vi sia impiccato. Poi la sua casa sia ridotta a letamaio
Il Dio che ha fatto risiedere là il suo nome disperda qualsiasi re o popolo che presuma trasgredire il mio ordine, distruggendo questo tempio che è a Gerusalemme. Io Dario ho emanato questo ordine: sia eseguito alla lettera»
Allora Tattènai, governatore dell'Oltrefiume, Setar-Boznai e i loro colleghi eseguirono alla lettera quel che aveva comandato il re Dario
Quanto agli anziani dei Giudei, essi continuarono a costruire e fecero progressi con l'incoraggiamento delle parole ispirate del profeta Aggeo e di Zaccaria figlio di Iddo. Portarono a compimento la costruzione secondo il comando del Dio d'Israele e secondo il decreto di Ciro, di Dario e di Artaserse re di Persia
Si terminò la costruzione di questo tempio il giorno tre del mese di Adar nell'anno sesto del regno del re Dario
Allora gli Israeliti, i sacerdoti, i leviti e gli altri rimpatriati celebrarono con gioia la dedicazione di questa casa di Dio
offrirono per la dedicazione di questa casa di Dio cento tori, duecento arieti, quattrocento agnelli; inoltre dodici capri come sacrifici espiatori per tutto Israele, secondo il numero delle tribù d'Israele
Inoltre stabilirono i sacerdoti divisi secondo le loro classi e i leviti secondo i loro turni per il servizio di Dio a Gerusalemme, come è scritto nel libro di Mosè
I rimpatriati celebrarono la pasqua il quattordici del primo mese
poiché i sacerdoti e i leviti si erano purificati tutti insieme come un sol uomo: tutti erano mondi. Così immolarono la pasqua per tutti i rimpatriati, per i loro fratelli sacerdoti e per se stessi
Mangiarono la pasqua gli Israeliti che erano tornati dall'esilio e quanti si erano separati dalla contaminazione del popolo del paese e si erano uniti a loro per aderire al Signore Dio d'Israele
Celebrarono con gioia la festa degli azzimi per sette giorni poiché il Signore li aveva colmati di gioia, avendo piegato a loro favore il cuore del re di Assiria, per rafforzare le loro mani nel lavoro per il tempio del Dio d'Israele
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Dopo questi avvenimenti, sotto il regno di Artaserse, re di Persia, Esdra, figlio di Azaria, figlio di Chelkia
figlio di Sallùm, figlio di Zadòk, figlio di Achitùb
figlio di Amaria, figlio di Azaria, figlio di Meraiòt
figlio di Zerachia, figlio di Uzzi, figlio di Bukki
figlio di Abisua, figlio di Pincas, figlio di Eleàzaro, figlio di Aronne sommo sacerdote
questo Esdra, partì da Babilonia. Egli era uno scriba abile nella legge di Mosè, data dal Signore Dio d'Israele e, poiché la mano del Signore suo Dio era su di lui, il re aveva aderito a ogni sua richiesta
Nel settimo anno del re Artaserse anche un gruppo di Israeliti, sacerdoti, leviti, cantori, portieri e oblati partirono per Gerusalemme
Egli arrivò a Gerusalemme nel quinto mese: era l'anno settimo del re
Egli aveva stabilito la partenza da Babilonia per il primo giorno del primo mese e il primo del quinto mese arrivò a Gerusalemme, poiché la mano benevola del suo Dio era con lui
Infatti Esdra si era dedicato con tutto il cuore a studiare la legge del Signore e a praticarla e ad insegnare in Israele la legge e il diritto
Questa è la copia del documento che il re Artaserse consegnò a Esdra sacerdote, scriba esperto nei comandi del Signore e nei suoi statuti dati a Israele
«Artaserse, re dei re, al sacerdote Esdra, scriba della legge del Dio del cielo, salute perfetta. Ora
da me è dato questo decreto. Chiunque nel mio regno degli appartenenti al popolo d'Israele, dei sacerdoti e dei leviti ha deciso liberamente di andare a Gerusalemme, può venire con te
infatti da parte del re e dei suoi sette consiglieri tu sei inviato a fare inchiesta in Giudea e a Gerusalemme intorno all'osservanza della legge del tuo Dio, che hai nelle mani
e a portare l'argento e l'oro che il re e i suoi consiglieri inviano come offerta volontaria per devozione al Dio d'Israele che è in Gerusalemme
e tutto l'argento e l'oro che troverai in tutte le province di Babilonia insieme con le offerte volontarie che il popolo e i sacerdoti offriranno per la casa del loro Dio a Gerusalemme
Perciò con questo argento ti prenderai cura di acquistare tori, arieti, agnelli e ciò che occorre per le offerte e libazioni che vi si uniscono e li offrirai sull'altare della casa del vostro Dio che è in Gerusalemme
Quanto al resto dell'argento e dell'oro farete come sembrerà bene a te e ai tuoi fratelli, secondo la volontà del vostro Dio
Gli arredi che ti sono stati consegnati per il culto del tuo Dio, rimettili davanti al Dio di Gerusalemme
Per il resto di quanto occorre per la casa del tuo Dio e che spetta a te di procurare, lo procurerai a spese del tesoro reale
Io, il re Artaserse, ordino a tutti i tesorieri dell'Oltrefiume: domanderà, dateglielo puntualmente
fino a cento talenti d'argento, cento kor di grano, cento bat di vino, cento bat di olio e sale a volontà
Quanto è secondo la volontà del Dio del cielo sia fatto con precisione per la casa del Dio del cielo, perché non venga l'ira sul regno del re e dei suoi figli
Vi rendiamo poi noto che non è permesso riscuotere tributi e diritti di pedaggio su tutti i sacerdoti, leviti, cantori, portieri, oblati e inservienti di questa casa di Dio
Quanto a te, Esdra, con la sapienza del tuo Dio, che ti è stata data, stabilisci magistrati e giudici, ai quali sia affidata l'amministrazione della giustizia per tutto il popolo dell'Oltrefiume, cioè per quanti conoscono la legge del tuo Dio, e istruisci quelli che non la conoscono
A riguardo di chiunque non osserverà la legge del tuo Dio e la legge del re, sia fatta prontamente giustizia o con la morte o con il bando o con ammenda in denaro o con il carcere»
Benedetto il Signore, Dio dei padri nostri, che ha disposto il cuore del re a glorificare la casa del Signore che è a Gerusalemme
e ha volto verso di me la benevolenza del re, dei suoi consiglieri e di tutti i potenti principi reali. Allora io mi sono sentito incoraggiato, perché la mano del Signore mio Dio era su di me e ho radunato alcuni capi d'Israele, perché partissero con me
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Questi sono, con le loro indicazioni genealogiche, i capifamiglia che sono partiti con me da Babilonia, sotto il regno del re Artaserse
dei figli di Pincas: Ghersom; dei figli di Itamar: Daniele; dei figli di Davide: Cattu
figlio di Secania; dei figli di Paros: Zaccaria; con lui furono registrati centocinquanta maschi
dei figli di Pacat-Moab: Elioenai figlio di Zerachia, e con lui duecento maschi
dei figli di Zattu: Secania figlio di Iacaziel e con lui trecento maschi
dei figli di Adin: Ebed figlio di Giònata e con lui cinquanta maschi
dei figli di Elam: Isaia figlio di Atalia e con lui settanta maschi
dei figli di Sefatia: Zebadia figlio di Michele e con lui ottanta maschi
dei figli di Ioab: Obadia figlio di Iechièl e con lui duecentodiciotto maschi
dei figli di Bani: Selomìt figlio di Iosifia e con lui centosessanta maschi
dei figli di Bebai: Zaccaria figlio di Bebai e con lui ventotto maschi
dei figli di Azgad: Giovanni figlio di Akkatan e con lui centodieci maschi
dei figli di Adonikam: gli ultimi, di cui ecco i nomi: Elifèlet, Ieièl e Semaia e con loro sessanta maschi
dei figli di Bigvai: Utai figlio di Zaccur e con lui settanta maschi
Io li ho radunati presso il canale che scorre verso Aava. Là siamo stati accampati per tre giorni. Ho fatto una rassegna tra il popolo e i sacerdoti e non ho trovato nessun levita
Allora ho mandato a chiamare i capi Elièzer, Arièl, Semaia, Elnatàn, Iarib, Natàn, Zaccaria, Mesullàm e gli istruttori Ioiarib ed Elnatà
e ho ordinato loro di andare da Iddo, capo nella località di Casifià, e ho messo loro in bocca le parole da dire a Iddo e ai suoi fratelli oblati nella località di Casifià: di mandarci cioè inservienti per il tempio del nostro Dio
Poiché la mano benefica del nostro Dio era su di noi, ci hanno mandato un uomo assennato, dei figli di Macli, figlio di Levi, figlio d'Israele, cioè Serebia, con i suoi figli e fratelli: diciotto persone
inoltre Casabià e con lui Isaia, dei figli di Merari suo fratello e i loro figli: venti persone
Degli oblati, che Davide e i principi avevano assegnato al servizio dei leviti: duecentoventi oblati. Furono registrati per nome
Là, presso il canale Aavà, ho indetto un digiuno, per umiliarci davanti al Dio nostro e implorare da lui un felice viaggio per noi, i nostri bambini e tutti i nostri averi
Avevo infatti vergogna di domandare al re soldati e cavalieri per difenderci lungo il cammino da un eventuale nemico; anzi, avevamo detto al re: «La mano del nostro Dio è su quanti lo cercano, per il loro bene; invece la sua potenza e la sua ira su quanti lo abbandonano»
Così abbiamo digiunato e implorato da Dio questo favore ed egli ci è venuto in aiuto
Quindi ho scelto dodici tra i capi dei sacerdoti: Serebia e Casabià e i dieci loro fratelli con essi
ho pesato loro l'argento, l'oro e gli arredi, che costituivano l'offerta per il tempio del nostro Dio fatta dal re, dai suoi consiglieri, dai suoi principi e da tutti gli Israeliti che si trovavano da quelle parti
Ho pesato dunque e consegnato nelle loro mani: arredi d'argento: cento, del peso di altrettanti talenti; oro: cento talenti
Inoltre: coppe d'oro venti: di mille darici; vasi di bronzo pregiato e lucente: due, preziosi come l'oro
Ho detto loro: «Voi siete consacrati al Signore; questi arredi sono cosa sacra; l'argento e l'oro sono offerta volontaria al Signore, Dio dei nostri padri
Sorvegliateli e custoditeli, finché non possiate pesarli davanti ai capi dei sacerdoti, ai leviti e ai capifamiglia d'Israele a Gerusalemme, nelle stanze del tempio»
Allora i sacerdoti e i leviti presero in consegna il carico dell'argento e dell'oro e dei vasi, per portarli a Gerusalemme nel tempio del nostro Dio
Il dodici del primo mese siamo partiti dal fiume Aava per andare a Gerusalemme e la mano del nostro Dio era su di noi: egli ci ha liberati dagli assalti dei nemici e dei briganti lungo il cammino
Siamo arrivati a Gerusalemme e ci siamo riposati tre giorni
Il quarto giorno sono stati pesati l'argento, l'oro e gli arredi nella casa del nostro Dio nelle mani del sacerdote Meremòt, figlio di Uria, con cui vi era Eleàzaro figlio di Pincas e con essi i leviti Iozabàd figlio di Giosuè e Noadia figlio di Binnui
ogni cosa era secondo il numero e il peso e si mise per iscritto il peso totale. In quel temp
quelli che venivano dall'esilio, cioè i deportati, vollero offrire olocausti al Dio d'Israele: arieti: novantasei, agnelli: settantasette, capri di espiazione: dodici, tutto come olocausto al Signore
Hanno consegnato i decreti del re ai satrapi del re e al governatore dell'Oltrefiume, i quali sono venuti in aiuto al popolo e al tempio
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Terminate queste cose, sono venuti a trovarmi i capi per dirmi: «Il popolo d'Israele, i sacerdoti e i leviti non si sono separati dalle popolazioni locali, nonostante i loro abomini, cioè dai Cananei, Hittiti, Perizziti, Gebusei, Ammoniti, Moabiti, Egiziani, Amorrei
ma hanno preso in moglie le loro figlie per sé e per i loro figli: così hanno profanato la stirpe santa con le popolazioni locali; anzi i capi e i magistrati sono stati i primi a darsi a questa infedeltà»
Udito ciò, ho lacerato il mio vestito e il mio mantello, mi sono strappato i capelli e i peli della barba e mi sono seduto costernato
Quanti tremavano per i giudizi del Dio d'Israele su questa infedeltà dei rimpatriati, si radunarono presso di me. Ma io restai seduto costernato, fino all'offerta della sera
All'offerta della sera mi sono alzato dal mio stato di prostrazione e con il vestito e il mantello laceri sono caduto in ginocchio e ho steso le mani al mio Signore
e ho detto: te, poiché le nostre colpe si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpevolezza è aumentata fino al cielo
Dai giorni dei nostri padri fino ad oggi noi siamo stati molto colpevoli e per le nostre colpe, noi, i nostri re e i nostri sacerdoti, siamo stati dati nelle mani dei re stranieri; siamo stati consegnati alla spada, alla prigionia, alla rapina, all'insulto fino ad oggi
Ora, da poco, il nostro Dio ci ha fatto una grazia: ha liberato un resto di noi, dandoci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un pò di sollievo nella nostra schiavitù
Perché noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia; ci ha fatti rivivere, perché rialzassimo la casa del nostro Dio e restaurassimo le sue rovine e ci ha concesso di avere un riparo in Giuda e in Gerusalemme
Ma ora, che dire, Dio nostro, dopo questo? Poiché abbiamo abbandonato i tuoi comand
che tu avevi dato per mezzo dei tuoi servi, i profeti, dicendo: Il paese di cui voi andate a prendere il possesso è un paese immondo, per l'immondezza dei popoli indigeni, per le nefandezze di cui l'hanno colmato da un capo all'altro con le loro impurità
Per questo non dovete dare le vostre figlie ai loro figli, né prendere le loro figlie per i vostri figli; non dovrete mai contribuire alla loro prosperità e al loro benessere, così diventerete forti voi e potrete mangiare i beni del paese e lasciare un'eredità ai vostri figli per sempre
Dopo ciò che è venuto su di noi a causa delle nostre cattive azioni e per la nostra grande colpevolezza, benché tu, Dio nostro, ci abbia punito meno di quanto meritavano le nostre colpe e ci abbia concesso di formare questo gruppo di superstiti
potremmo forse noi tornare a violare i tuoi comandi e a imparentarci con questi popoli abominevoli? Non ti adireresti contro di noi fino a sterminarci, senza lasciare resto né superstite
Signore, Dio di Israele, per la tua bontà è rimasto di noi oggi un gruppo di superstiti: eccoci davanti a te con la nostra colpevolezza. Ma a causa di essa non possiamo resistere alla tua presenza!»
10
Mentre Esdra pregava e faceva questa confessione piangendo, prostrato davanti alla casa di Dio, si riunì intorno a lui un'assemblea molto numerosa d'Israeliti, uomini, donne e fanciulli, e il popolo piangeva dirottamente
Allora Secania, figlio di Iechièl, uno dei figli di Elam, prese la parola e disse a Esdra: «Noi siamo stati infedeli verso il nostro Dio, sposando donne straniere, prese dalle popolazioni del luogo. Orbene: c'è ancora una speranza per Israele nonostante ciò
Ora noi facciamo questa alleanza davanti al nostro Dio: rimanderemo tutte queste donne e i figli nati da esse, secondo il tuo consiglio, mio signore, e il consiglio di quelli che tremano davanti al comando del nostro Dio. Si farà secondo la legge
Alzati, perché a te è affidato questo compito; noi saremo con te; sii forte e mettiti all'opera!»
Allora Esdra si alzò e fece giurare ai capi dei sacerdoti e dei leviti e a tutto Israele che avrebbero agito secondo quelle parole; essi giurarono
Esdra allora, alzatosi davanti alla casa di Dio, andò nella camera di Giovanni, figlio di Eliasib. Là egli passò la notte, senza prendere cibo né bere acqua, perché era in lutto a causa dell'infedeltà dei rimpatriati
Poi fu fatta passare la voce in Giuda e Gerusalemme a tutti i rimpatriati che si radunassero in Gerusalemme
a chiunque non fosse venuto entro tre giorni - così disponeva il consiglio dei capi e degli anziani - sarebbero stati votati allo sterminio tutti i beni ed egli stesso sarebbe stato escluso dalla comunità dei rimpatriati
Allora tutti gli uomini di Giuda e di Beniamino si radunarono a Gerusalemme entro tre giorni; si era al nono mese, il venti del mese. Tutto il popolo stava nella piazza del tempio, tremante per questo evento e per gli scrosci della pioggia
Allora il sacerdote Esdra si alzò e disse loro: «Voi avete commesso un atto d'infedeltà, sposando donne straniere: così avete accresciuto la colpevolezza d'Israele
Ma ora rendete lode al Signore, Dio dei vostri padri, e fate la sua volontà, separandovi dalle popolazioni del paese e dalle donne straniere»
Tutta l'assemblea rispose a gran voce: «Sì, dobbiamo fare secondo la tua parola
Ma il popolo è numeroso e siamo al tempo delle piogge; non è possibile restare all'aperto. D'altra parte non è lavoro di un giorno o di due, perché siamo in molti ad aver peccato in questa materia
I nostri capi stiano a rappresentare tutta l'assemblea; e tutti quelli delle nostre città che hanno sposato donne straniere vengano in date determinate e accompagnati dagli anziani della rispettiva città e dai loro giudici, finché non abbiano allontanato da noi l'ira ardente del nostro Dio per questa causa»
Soltanto Giònata figlio di Asaèl e Iaczeia figlio di Tikva si opposero, appoggiati da Mesullàm e dal levita Sabbetài
I rimpatriati fecero come era stato proposto: il sacerdote Esdra si scelse alcuni uomini, capifamiglia, uno per casato, tutti designati per nome. Essi iniziarono le sedute il primo giorno del decimo mese per esaminare la question
e terminarono di esaminare tutti gli uomini che avevano sposato donne straniere il primo giorno del primo mese
Tra gli appartenenti ai sacerdoti, che avevano sposato donne straniere, c'erano: Elièzer, Iarib e Godolia
Essi hanno promesso con giuramento di rimandare le loro donne e hanno offerto un ariete in espiazione della loro colpa
Dei figli di Immer: Canàni e Zebadia
Dei figli di Carim: Maaseia, Elia, Semaia, Iechièl e Uzzia
Dei figli di Pascur: Elioènai, Maaseia, Ismaele, Natanaele, Iozabàd ed Eleasà
Degli appartenenti ai leviti: Iozabàd, Simei, Chelaia, chiamato il Chelita, Petachia, Giuda ed Elièzer
Dei cantori: Eliasib. Dei portinai: Sallùm, Telem e Uri
Tra gli Israeliti: dei figli di Paros: Ramia, Izzia, Malchia, Miamin, Eleàzaro, Malchia e Benaià
Dei figli di Elam: Mattania, Zaccaria, Iechièl, Abdi, Ieremòt ed Elia
Dei figli di Zattu: Elioenài, Eliasib, Mattania, Ieremòt, Zabad e Aziza
Dei figli di Bebai: Giovanni, Anania, Zabbai e Atlai
Dei figli di Bani: Mesullàm, Malluch, Adaia, Iasub, Seal e Ieramòt
Dei figli di Pacat-Moab: Adna, Kelal, Benaià, Maaseia, Mattania, Bezaleèl, Binnui e Manàsse
Dei figli di Carim: Elièzer, Ishshia, Malchia, Semaia, Simeone
Beniamino, Malluch, Semaria
Dei figli di Casum: Mattenai, Mattatta, Zabad, Elifèlet, Ieremai, Manàsse e Simei
Dei figli di Bani: Maadai, Amram, Uel
Benaià, Bedia, Cheluu
Vania, Meremòt, Eliasib
Mattenai, Iaasai
Dei figli di Binnui: Simei
Selemia, Natàn, Adaia
Dei figli di Azzur: Sasai, Sàrai
Azareèl, Selemia, Semaria
Sallùm, Amaria, Giuseppe
Dei figli di Nebo: Ieièl, Mattitia, Zabad, Zebina, Iaddai, Gioele, Benaià
Tutti questi avevano sposato donne straniere e rimandarono le donne insieme con i figli che avevano avuti da esse
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- TextGrid Repository (2025). Christos Christodoulopoulos. Ezra (Italian). Multilingual Parallel Bible Corpus. https://hdl.handle.net/21.11113/0000-0016-9F15-E